Taccuino all’Idrogeno – Numero Ultimo

Sí, numero ultimo, il momento è arrivato. Ci siamo fatti attendere un po’ piú a lungo, ne abbiamo discusso per intere giornate, e alla fine abbiamo deciso: vogliamo che questo sia il nostro ultimo taccuino. Dopo quasi 10 anni (o forse son davvero 10?) il Taccuino cessa di esistere. Anzi no, di continuare. Lo diciamo cosí, a bomba proprio. Sbem.

Di cose da dire ne abbiamo ancora parecchie eh, non fraintendeteci, ma dopo un tempo parecchio lungo ci si è ritrovati ancora una volta al bancone dello stesso bar, guardati negli occhi, lanciati dei sorrisi alla Joey Potter o mantenuta la stessa espressione alla Clint Eastwood, e detti che forse, dopo tutto questo tempo parecchio lungo, era arrivato il momento di provare qualche altro luogo. Di trovare un nuovo barista. Semplicemente, niente fronzoli, niente scuse.

Che dire? Succede. Sí, succede. Succede che le cose finiscano, non è inevitabile, ma alle volte finiscono. Questo non significa che non siano esistite. E che non siano state superfiche, tra l’altro.

In tutti questi anni abbiamo sperimentato la scrittura senza limiti di cartelle e senza alcun dogma letterario. Abbiamo professato lo scrivere come atto liberatorio, senza secondi fini, senza un obiettivo. Scrivere e punto. E in questo continueremo a credere.

Ora, il momento degli addii è sempre difficile anche per i piú temerari, ed è fin troppo facile perdersi in mille righe di ringraziamenti. Quindi, in sintesi: noi tutti ringraziamo tutti. Tutti. E ognuno di quelli a cui i ringraziamenti sono dovuti conosce il motivo per cui lo stiamo ringraziando, autore, lettore, o (spazio all’immaginazione) che sia. Intascateveli per bene, son tutti vostri. C’è davvero un bel po’ di affetto dentro, e come sapete il limitarsi non è nella nostra indole.

Il resto è da una parte ció che resta, da una parte quel che sará, di cui al momento sappiamo ben poco anche noi. Se avrete voglia, cercateci nei contenuti, di chiunque essi siano, ovunque siano, e continuate a non prestare attenzione allo scrittore, ma piuttosto a quel che è detto.

Taccuino chiude, la scrittura vera no.

Ah sí, a proposito… ci sarebbe un ultimo numero da leggersi. E che fate, non lo aprite?

PS: se credete che vi riveleremo le nostre identitá, scordatevelo.

PDF: Taccuino all’Idrogeno – Numero Ultimo

 

A presto, forse.

La redazione tutta, ma proprio tutta eh. Olé.

Taccuino all’Idrogeno – Numero 45

Non manca nessuno o quasi in questo nuovo numero, che noi si voleva fare il botto prima dell’estate e di un po’ di meritate vacanze. E metterci in copertina un bel “no worries” ci pareva piú che azzeccato. Ci siamo, ci siamo, anche questa volta. Non preoccupatevi.

Eccoci qua, con tutta la nostra luccicanza. Buone letture e buoni lettori, ovunque voi siate.

PDF: Taccuino all’Idrogeno – Numero 45

ISSUU:

Il giorno è squinternato in sirene

 

Il giorno è squinternato in sirene

ventilatori,  finta rabbia da scrivania

e automobili sbuffanti

Le notti scivolano e ti risvegli.

Assumo il magnesio per controllare i battiti del cuore     

che vanno in disordine

E.B.

Congo

 

L’ incipienza é metodo,

E le cicatrici sul collo fanno ancora odore di Congo.

Dormi oh uomo dalla scura pelle

Ne hai il diritto.

Nessuno vive senza dormire.

Si dice che anche i morti in realtà non facciano altro che abbandonarsi al sonno. Definitivo.

Tra i pallet e le cassette di carta in equilibrio precario sulle teste dei magazzinieri

Rotolano le arance dell’Africa sul cemento levigato e consunto.

G.U.